BAR TRATTORIA ANCONELLA   Piatti tipici bolognesi e carni toscane, crescentine e piadine.         

 

 

 

 

 

Via Anconella, 41/43 40050 Loiano (BO)


Tel. 051-928373

 

 

Gradita la Prenotazione                                                     Chiuso il Giovedì


 

 

 

 

LA FUTA

 

INTINERARIO SULLA FUTA

 

Avendo alcuni giorni di ferie e ho deciso di passarli andando a zonzo con la moto.

Oggi ho optato per un classico: la SS65, la cara e vecchia Futa, la mitica strada che collega Bologna a Firenze. È una bella giornata di inizio ottobre; mi trovo con un amico (un libero professionista in fuga dal lavoro!) all'entrata dei Giardini Margherita davanti a Piazza di Porta Santo Stefano. Dopo alcune chiacchiere ci avviamo prendendo via Murri e proseguendo poi per via Toscana.

 

È un giorno infrasettimanale per cui c'è parecchio traffico. Per fortuna in un attimo arriviamo a Rastignano; da adesso in avanti il traffico dovrebbe gradatamente diminuire.

E in effetti è così anche se fino a Pianoro, che raggiungiamo dopo esserci lasciati alle spalle Carteria di Sesto e Pian di Macina, dobbiamo mordere il freno (ma del resto è anche il tratto della Futa che mi piace meno).

Due curve in discesa e un centro commerciale sulla destra ci annunciano che stiamo uscendo da Pianoro Nuovo per entrare in Pianoro Vecchio, la parte del paese che fu quasi interamente distrutta nel corso della seconda guerra mondiale.

A Loiano mancano 19,7 km. Subito dopo l'entrata a Pianoro Vecchio c'è un curvone a gomito e, poco dopo, sulla destra, il bivio per Monzuno che superiamo proseguendo sempre dritto lungo la SS65. In uscita dal paese, dopo un curvone a U veramente divertente, la strada inizia a salire e diventa piena di tornanti. Passiamo da Zula, dove c'è l'omonima trattoria che consiglio caldamente (ottime le crescentine e i tortelloni al cacao) e, a sinistra, la deviazione per Zena; noi proseguiamo seguendo la Futa affrontandno un curvone verso destra e quindi un tratto in salita molto tecnico seguito da una breve discesa che termina all'altezza del cartello che indica che mancano 14,7 km a Loiano.

La strada riprende a salire, anche duramente. Questo è uno dei tratti che preferisco perché si è immersi in una natura pressoché intatta, pochissimo costruita. Dopo circa due chilometri di salita, la strada riprende a scendere. Si arriva in uno dei miei paesi preferiti della provincia di Bologna: Livergnano.

Vi consiglio di fermarvi a visitarlo perché merita: subito dentro il paese, una strada a destra in salita porta fino alla chiesa di San Giovanni Battista.

Nel piazzale antistante la parrocchiale si gode una vista mozzafiato: nelle giornate limpide si può vedere perfino San Luca. Lungo la salita che porta alla chiesa ci sono una serie di case molto particolari, letteralmente incastrate nella parete. Dopo questa breve sosta riprendiamo la nostra strada, che prosegue in discesa. Subito dopo, all'altezza del cartello che indica la trattoria La Guarda, la strada inizia di nuovo a salire. Passiamo sulla destra il bivio per Guarda e Scascoli, noi proseguiamo sulla Futa che, subito dopo, presenta un tratto in salita con numerose curve e tornanti piuttosto decisi.

Sulla sinistra vediamo una casa cantoniera che segna il chilometro 81 della strada statale della Futa e, poco dopo, affrontiamo un pezzo piuttosto impegnativo immerso quasi in una foresta. Sulla sinistra passiamo il bivio per Barbarolo; la strada continua a presentare molte curve con diversi saliscendi. Arriviamo a Sabbioni; sulla destra c'è il bivio per Guarda e, subito dopo, quello per Anconella e Scascoli.

Subito dopo si arriva all'altezza dell'osteria Il Telegrafo, dove è facile vedere altri biker fermi, quindi si passa la frazione S. Antonio e, dopo un ulteriore tratto sempre in salita e pieno di curve, si arriva a Loiano; poco prima del cartello che indica l'entrata a Loiano fermatevi nel belvedere per ammirare tutta la vallata sottostante. A Loiano, dopo aver notevolmente rallentato, svoltiamo a destra seguendo l'indicazione Tutte le direzioni, passiamo di fianco alla Coop e, alla rotonda, prendiamo a sinistra verso Monghidoro-Firenze; qualche centinaio di metri dopo, si supera sulla sinistra la deviazione per Monterenzio e, al bivio successivo, si prende a destra sempre per Monghidoro-Firenze. Superiamo sulla destra il bivio per Roncastaldo e proseguiamo in salita verso Monghidoro. Passiamo la deviazione sulla sinistra per Madonna dei Boschi ed entriamo nel comune di Monghidoro. Anche questo ultimo tratto, che ci porta fino a Monghidoro, è in salita con molte curve.


Dopo una sosta nel paese si hanno diverse opportunità: si può tornare per dove si è venuti oppure proseguire verso Firenze raggiungendo il Passo della Raticosa e, da qui, tornare a Bologna per la SP7, altra bellissima strada.

 Oppure, come abbiamo fatto noi, visto che avevamo tempo, proseguire ulteriormente verso il Passo della Futa e, da qui, tornare in direzione Bologna per la SP59, che passa per Bruscoli. Insomma le opportunità non mancano per finire in bellezza la giornata.

 

 

 

 

 

 

 


 

 

LA STRADA DELLA FUTA

 

 


La storia della Futa
Le prime testimonianze di una strada sul lato destro del Savena, lungo la direttrice dell'attuale Futa, si hanno in epoca medioevale, a partire più o meno dal secolo XI, quando, per diversi motivi, principalmente i transiti commerciali e i pellegrinaggi religiosi, aumenta l'importanza di un collegamento stabile tra Bologna e Firenze.

 

Prima di questo periodo si hanno notizie esclusivamente della strada sul lato sinistro del Savena. A partire dal XI secolo, nascono di conseguenza su questa nuova strada anche i primi centri tra cui Guarda, Sabbioni, Loiano, Roncastaldo, Scaricalasino (Monghidoro), il Passo della Raticosa e Pietramala, quest'ultimo già in territorio toscano.

 

Nel XII secolo, con la progressiva espansione dei suddetti centri, si ha anche lo spostamento definitivo della viabilità per Firenze dalla strada sul lato sinistro a quella sul lato destro.


Il XIII secolo vede un ulteriore incremento dei traffici tra Bologna e Firenze, soprattutto a causa dei pellegrinaggi religiosi in direzione di Roma, e quindi un aumento di importanza della strada e di alcuni centri situati lungo essa, in particolare Scaricalasino, dove il comune di Bologna costruisce un castello - fortezza per difendere il territorio.


Non ci sono cambiamenti, se non marginali, fino al secolo XVII quando, finalmente, si iniziano i lavori migliorare la strada che, nel periodo invernale, diventava molto spesso impraticabile. Risale invece al 1764 la progettazione, da parte dei Francesi, del nuovo tracciato, più alto del precedente, che, tra i tanti cambiamenti, prevedeva anche lo spostamento del transito dal passo del Giogo a quello della Futa. Si deve probabilmente a questo il nome attuale con cui la strada è conosciuta.


Altre importanti modifiche vennero fatte nel periodo napoleonico e tra il 1888 e il 1930. La strada iniziò poi gradualmente a perdere di importanza dapprima a causa del potenziamento della linea ferroviaria e, a partire dal 1960, in seguito all'apertura del tratto apenninico dell'autosole.


Rimangono comunque intatti, come sanno i molti che la percorrono soprattutto nei weekend sui più disparati mezzi di locomozione, il suo fascino e la sua importanza storica e paesagistica.

Articoli tratti da IntinerariBologna.it